Quel
momento in cui, niente è come sembra
L’età
di mezzo, quella tra i quaranta e i cinquanta anni ha il puzzo della nostalgia,
l’irrequietezza dell’adolescenza e la smania della vecchiaia. Un disastro per
l’equilibrio di una persona. Chi dice che l’adolescenza sia un’età problematica
e complessa, disturbata da grandi cambiamenti, non conosce, ancora, quella di
mezzo, inquinata profondamente da contraddizioni e incoerenze. L’età di mezzo,
è, infatti, l’età delle crisi nostalgiche per aver perduto lo smalto della
giovinezza, per aver perduto, la giovinezza. E’ l’età dei bilanci, ma anche il
suo contrario, l’età in cui ci si sente ancora al centro, con la voglia di
rimettersi in gioco, perché non si ha niente o quasi niente da perdere e tutto
da guadagnare. E’ l’età dell’indulgenza, ma anche no. L’età in cui, impari in
qualche modo a volerti bene, pur odiando i tuoi difetti. Insomma è come un fare
pace con le tue plurime personalità, come se Psicho, finalmente, perdonasse sua
madre, senza volerla accoltellare nella doccia, una sera sì, e l’altra pure, ma
gli rimanesse dentro l’istinto di strangolarla.
“Jung
afferma che durante questa stagione dell'esistenza "si prepara una
profonda modificazione dell’animo umano", mentre Erikson la definisce
"una svolta necessaria, un momento in cui lo sviluppo deve procedere in un
senso o nell’altro".
Se
l’età di mezzo viene anche chiamata “il demone di mezzogiorno”, fatevi una
domanda e datemi una risposta, perché in questo periodo, io ne ho davvero poche.
Un fatto è certo: preferiamo
riconoscerci in definizioni, tipo, “le quarantenni” o “le cinquantenni”, perché
l’espressione“signore di mezza età” non ci va proprio, giù…a dispetto delle
lotte che ingaggiamo contro il tempo, per fermare l’inarrestabile generale
perdita di tono. Un tono che, non è solo epidermico ma diffuso.
Di
tutte quelle battaglie che, a una certa età si vincono, per raggiunta saggezza
e pervenuta maturazione, io sono ancora in balia. Personalmente, non ho fatto
pace con niente, né con il mio corpo, né con le mie idee e mi arruolo in guerre
con me stessa, dal sapore punitivo. Invidio, in senso benevolo eh, le amiche che,
paghe di loro stesse, si accettano, pregi e difetti compresi, che hanno
eliminato le diete, che amano le loro rughe, che sono positive e accolgono di buon
grado il fatto che, non avranno mai il culo di Belen, la capoccia della Hack,
il talento della Austin.
Io, invece, alterno, periodi di depressione, a cadute
libere di motivazione, mescolo urgente bisogno di cambiamento, alla ricerca di nuovi
stimoli, nuovi settori, nuove sfide.
Poi, di nuovo, impasto paure, nei
confronti della morte, della mia e dei miei cari. La paura di essere troppo
vecchia per il mio bimbo ancora piccolo, il timore di non aver fatto nulla di
davvero importante, insieme alla sensazione che, ormai, sia tardi per qualunque
altro tipo di scelta. E mi trovo a chiedere, come a quindici anni, chi sono,
cosa voglio, cosa può promettermi un futuro, già vecchio?
Irresponsabile? Sì.
Immatura? Sì.
Imparare ad accettarsi?
Magari.
Chissà, con il tempo…