Quelle cose che ti colpiscono come una
bistecchierata di ghisa in piena faccia, come l’ultimo scroscio d’acqua
proveniente da una grondaia nascosta sui capelli di recente piastrati, come
una cacca di piccione sulla maglia nuova appena acquistata.
Quelle cose che non
ti aspetti, che ti percuotono, battendo dove il dente duole, quelle che
tornano, inaspettatamente, ma anche un po’ aspettatamente.
Come un boomerang,
che se non riesci a schivarlo ti prende
in pieno, mentre è in volo, mentre percorre distanze e traiettorie che sembrano
essere lontane dalle tue, eppure, arriva sempre a colpire nel segno.
Bisognerebbe avere una preparazione tecnica atta a schivare i colpi bassi, ma
anche quelli alti, andare a scuola di arti marziali puramente difensive anti
boomerang.
Una pratica con una precisa filosofia e spiritualità alla base.
Bisognerebbe sviluppare la capacità di autocontrollo nelle situazioni
boomeranghesche, che a mio avviso, dovrebbero esplodere non tanto il concetto
dell’uso efficiente dell’energia positiva e del rispetto dell’avversario,
quanto piuttosto, il concetto del vaffanculo, contrario all’armonia nel suo
insieme, ma tanto liberatorio.