mercoledì 11 dicembre 2013

Le vite sospese


Carlo Verdelli scrive oggi su Repubblica un articolo inquietante che mi colpisce, mi angoscia e mi rende fragile tra i fragili.

Parla delle vite sospese di chi è scomparso e di chi resta che, non può elaborare un lutto perché un lutto non c’è.

Sono ventisette mila gli scomparsi in Italia, duemila negli ultimi due anni. Sono bimbi, ragazzi, mamme, mariti, mogli. Delusi arrabbiati, disoccupati. O piccoli ingenui irretiti da un orco. Molti bimbi nati da matrimoni misti rapiti da uno dei genitori e portati nel paese di origine dell’uno o dell’altro genitore.

Tutti caduti in un buco nero che toglie pace all’anima di chi resta. La scomparsa di persone care consegna i parenti a un’angoscia perenne. Il non sapere che fine possa aver fatto un figlio, un fratello, un marito, è peggio di saperlo morto. Nessuna tomba su cui piangere, niente di niente. Non hai possibilità di elaborare la perdita, non hai notizie, non sai se e come quel figlio, quella sorella, quella moglie o madre, o padre, viva o non viva più.

E’ terribile. E’ umanamente insopportabile.

Dove spariscono quelli che spariscono? Quale orrendo orco, fantasma, drago se li è presi?

Sono persone dalla vita apparentemente normale che escono di casa per non farci più ritorno.

Molti, moltissimi sceglie di sparire, circa il 70%, molti hanno problemi di salute legati alla memoria, molti sono bambini o adolescenti nella fase più delicata della loro vita che, non trovando risposte ai loro interrogativi, pensano che la fuga sia l’unica soluzione. Fuga da chi, da cosa?

Il fratello maggiore di Elisa Claps ha fondato l’associazione Penelope http://www.penelopeitalia.org/ associazione Nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse che istituisce un apposito servizio di assistenza legale in favore dei familiari che siano impegnati nella ricerca dei propri cari.

Quello di Elisa è il caso più eclatante tra le persone scomparse e serve forse a farci riflettere sul silenzio della Chiesa e di chi ha volutamente cercato di mettere a tacere il grido disperato della famiglia.

Ylenia Carrisi, figlia di Albano e Romina scompare nel 1994, nel 1996 Angela Celentano, scomparsa sul monte Faita a 3 anni, Denise Pipitone a 4 anni scompare a Mazara del vallo nel 2004.

Questi i casi più conosciuti. Ma sono tantissime le persone scomparse, un esercito silente che ingrassa le sue fila senza rumore.

Dal 2012 la legge italiana riconosce la figura dello scomparso, ma manca una banca centralizzata dei Dna. Dal 2007 esiste un commissario straordinario del governo per le persone scomparse, ci lavorano 13 persone, tra amministrativi ed operativi.

I circuiti degli scomparsi sono circuiti di sofferenza estrema, solitudine, ascolto non ricevuto.

Un imbuto nero, uno scivolo nel nulla che mi terrorizza.

So che questo mio post è duro, schietto, cattivo e forse fuori luogo e tempo rispetto al periodo più dolce e lieve dell’anno.

Ma forse, proprio per questo mi inchioda a chiedermi e chiederci quanto realmente sappiamo di queste vicende e a pensare a quale Natale è rimasta appesa la vita di queste persone, sospese.

Chiedo una cosa in meno per me in cambio di un ritorno.

Queste sono il genere di cose che non si dicono e si pensano e basta, magari però, pensandole in più persone è possibile che un miracolo avvenga.

 

10 commenti:

  1. Questo argomento mi angoscia moltissimo Raffaella. Sono terrorizzata dalla scomparsa. La situazione che più mi fa paura è non riuscire più a vedere mia figlia, a perderla di vista. Al supermercato, in una strada affollata, in spiaggia...vorrei sempre poterla vedere, perché ho la sensazione che basti un attimo, un battito di palpebre. Non posso immaginare che vita sia quella di chi resta, senza niente se non un filo speranza a cui appendersi. A loro va un pensiero e una preghiera speciale.
    Credo che un ritorno sarebbe un regalo per tutti, tutti noi.

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  2. Agoscia moltissimo anche me e condivido ogni singola parola ogni virgola di quello che hai scritto. per questo, impropriamente, forse, ho voluto parlarne.
    Un abbraccio speciale a te e a tua figlia.

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  3. Il fratello di mia nonna perse suo fratello in Russia. Uno dei tanti morti in battaglia o per il freddo. Nessun resto su cui piangere. Non è proprio la stessa cosa ma forse un po' sì. Quando lui morì disse a suo figlio "questa casa è anche di tuo zio". Non si era mai rassegnato ad una morte senza prove. Dev'essere terribile.

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  4. Premetto che ho sempre considerato le feste, un momento in più che ci ricorda una mancanza, alcune sembrano fatte a posta per farti notare chi non c'è più, quindi il tuo post per me e' molto a tema. Purtroppo ultimamente sono troppo fragile dal punto di vista emotivo e cerco di non pensare a certe tragedie, forse e' vigliaccheria ma ho bisogno di serenità e tento a scansare le notizie che non mi piacciono, però concordo con te sulla tragedia che incombe su queste famiglie, più ancora di una perdita vera e propria. Dal punto di vista morale non so, ma da quello pratico, qualcosa per migliorare la rete delle ricerche, si può fare e soprattutto puntare sulla solidarietà tra persone, che renderebbe più facile la circolazione di notizie, informazioni e avvistamenti. Siamo un popolo che vive di omertà, chiude la porta di casa e se ne frega se sul pianerottolo, qualcuno si "scanna". Credo che dovremo partire da qui.

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    1. Hai ragione, la solidarietà tra persone renderebbe più facile la circolazione di informazioni e avvistamenti. Peccato che a volte queste persone non vengono credute, anche se dicono la verità, e parlo per esperienza personale. La primavera scorsa ho incontrato per caso una persona scomparsa da anni, che tralaltro é una tra quelle citate in questo articolo. Non ho lasciato perdere, non me ne sono fregata come dici tu, anzi sono andata da chi di competenza per segnalare l'avvistamento, sul quale non avevo né ho tutt'oggi nessun dubbio. E cosa mi sono sentita rispondere? Che probabilmente ho problemi di vista (eppure non mi mancano diottrie), che mi sarò sbagliata, e il tutto con un tono di ironica presa in giro. Ben venga la solidarietà, certo. Ma se vi offro il mio aiuto e voi lo rifiutate, che vi devo dire?

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  5. Sono storie terribili. Ci penso anch'io, e come ogni volta che penso a cose che mi mettono l'ansia provo subito a non pensarci più. Credo che sia una tortura. E nessuno mai meriterebbe di vivere un tale dolore. Ci sono poi persone incredibili, che riescono a non perdere mai la fiducia, come la mamma di Denise o il fratello di Elisa, e mettono a disposizione il loro dolore, la loro terribile esperienza per poter fare qualcosa per gli altri. E a loro va tutta la mia ammirazione.

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  6. Anche a me queste storie mettono l'angoscia, non poter sapere con certezza cosa è successo ad una persona cara posso solo immaginare quanto devastante possa essere.
    È vero quello che dice Piky: è proprio durante le feste che chi manca, manca ancora di più!
    Nei luoghi affollati o comunque non domestici io tengo sotto controllo visivo D continuamente, a costo di passare per ansiosa. E osservo sempre che non ci sia qualche adulto con comportamenti strani...

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  7. sono numeri impressionanti, non sapevo fossero così tanti, di tragedie immani, dallo sconforto perenne.
    quel vuoto, buio e sordo, oltre la perdita, dove non poter sfogare e placare il dolore...

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  8. Ho sempre pensato anch'io con angoscia alla "scomparsa", che per i cari è una sofferenza senza fine...non potersi mai rassegnare e avere sempre nel cuore la speranza che lo scomparso possa un giorno tornare deve essere terribile...grazie per questo post. Spero che si possa potenziare questo commissariato speciale, 13 persone mi sembrano poche per gestire un problema così grande e difficile.

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  9. credo che sia la cosa peggiore che possa capitare, peggiore anche della morte, perchè la speranza rimane e ti lacera l'anima ma poi difficilmente gli scomparsi riappaiono vivi...
    Non ho capito in che senso scrivi: "Dal 2012 la legge italiana riconosce la figura dello scomparso".
    Il codice civile (del 1942) ha da sempre degli articoli relativi agli scomparsi (anche detti assenti, art. 48 e ss.) e alla possibilità di chiedere la dichiarazione di morte presunta.

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