martedì 29 gennaio 2013

Compleanno

Domani è il mio compleanno.

Ma io un regalo così non l'ho mai ricevuto, http://www.panorama.it/

Grazie  Valeria.
Grazie Consuelo, UfficioStampa Imprimatur Editore.

lunedì 28 gennaio 2013

Essere migliori




"Sii sempre te stesso, a meno che tu non possa essere Batman.
                                 In tal caso, sii Batman"

venerdì 25 gennaio 2013

Legami


La forza di certi legami passa anche tramite il web.

Il calore dell’amicizia buca anche la scorza del cuore più duro e si fa fessura attraverso cui scorre linfa nuova, calore, abbraccio fraterno.

E’ bellissimo scoprire amiche sincere che non avresti mai pensato di incontrare sulla tua strada.

Che strana che è la vita. E’ proprio vero che, quando pensi di aver mescolato a sufficienza le carte dei tuoi incontri, il mazziere ti scompiglia i piani.

E ti regala Jolly.

Il jolly è un vantaggio speciale concesso al giocatore e suggerisce l'idea di un'alternativa possibile rispetto alle regole standard del gioco.

Mi piace pensare che la regola standard sia la nostra vita reale, quella che si svolge di là del monitor con le amiche di sempre, quelle dell’infanzia, quelle del liceo, le compagne degli amici di lui che per te son diventate sorelle che senza non potresti più viverci.
E poi ci sono le amiche che incontri in modo diverso, oltre lo schermo, tra le righe di diari virtuali che son diventate altre sorelle, altre forme d’amore, altre legami.
Eccezioni importanti alle regole di un gioco che loro contribuiscono a rendere prezioso.

Così in una mattina fredda, per caso, ti accorgi che loro ci sono, ti pensano, ti supportano, senza nulla in cambio.
Per il puro piacere di volerti bene.

Grazie Mammapiki, Emme e le altre che sono e saranno con me in questa vventura come nelle altre.


 

 

 

martedì 22 gennaio 2013

Emozioni

Domani "Lettera a un bambino che è nato. Storia di una procreazione medicalmente assistita"  di Raffaella Clementi, che poi sarei io, edito dalla casa editrice Imprimatur marchio Aliberti sarà in tutte le librerie. Qualora non lo doveste trovare, prenotate lo, almeno le librerie sanno quali sono i libri da ordinare.
Sono così emozionato che la mia bocca e' già un canotto, causa herpes.

domenica 20 gennaio 2013

Lettera a un bambino che è nato.



E sempre stato così.
Ogni volta che la vita mi ha travolto, nel bene o nel male, ho sempre risposto, scrivendo.
Le ho restituito parole.
Parole scritte, graffiate, offerte, piante.
Perché è l’unica cosa che so fare.
Perché è l’unica risposta che so dare.
All’inizio è stata una lunga, lunghissima lettera regalata a mio figlio per il suo primo compleanno. 
Perché non potevo permettere che l’anno che demarcava il prima e il dopo di lui, rendendomi sua madre per sempre, svanisse, lasciando dettagli preziosi a una memoria che invecchia.
Non potevo non spiegargli perché, al mondo, alcuni “si” e sempre e altri “no” e mai; perché alcuni bimbi nascono nelle pance delle loro mamme e altri ce li deve mettere la scienza; perché la forza dei desideri non sempre ripaga in termini di risultati; perché la vita è crudele e soffice e bella e cattiva.
Ho messo via la lettera insieme alla sua prima candelina e riposto nel cassetto il dolore, facendo spazio solo alla gioia.

Poi è venuto il blog, chè  se la vita ti ha graziato, se la buona sorte ti ha preso in simpatia, la devi restituire questa grazia, devi ridare al mondo il sorriso, e la speranza.

 Perché tu ce l’hai fatta a ridere di nuovo, tu lo sai che a quelli “no” e mai, a volte, è possibile.
E allora ho conosciuto  Nina e le conchiglie di un mare profondo e poi Adelia e poi Anna e Clara e Frida SunSfolliClaire e Sandra e Lucy.  E i sospiri di Libby e quelli di Alessandra e quelli di Emme si sono uniti ai miei, mescolati a quelli di  Verdeacqua, di Rosa, e di lacicognavola.
 
E allora la colpa, la vergogna, la solitudine, la tristezza, la rabbia per la frattura con l’ordine di Dio, quello per cui si pensa che ogni donna sia stata posta sulla terra per generare, i pezzi di te sull’asfalto, l’odore del difetto, della sterilità del corpo e dell’anima, sono riemerse dal cassetto.
Allora ho capito che eravamo in tante.  Non ero più sola.
Il mio senso di inadeguatezza, il mio sentirmi dalla parte sbagliata, il mio senso di vuoto, era come quello delle altre.
Ho preso in mano il mio manoscritto, girato e rigirato tra le mani combattendo tra il desiderio di rimetterlo via nell’intimità del suo spazio, tra i ricordi della mia famiglia, tra gli strumenti e gli ingredienti di una dispensa d’amore, dentro il barattolo del miele con un bel coperchio su, e il desiderio di rendere pubblica la mia storia insieme alla difficoltà di un viaggio duro e incerto come può esserlo la pma.
Perché forse la forza della risata di mio figlio, il suo naso all’insù, il suo credere ancora che il mondo sia tondo, senza spigoli, liscio e perfetto come una palla da biliardo, mi da la voce per raccontare quello che è ancora ritenuto un tabù, per gridare in un paese di vecchi e per vecchi che la pma non è scegliersi un bimbo biondo dagli occhi azzurri o sceglierlo senza difetti.
La pma è un salto nel vuoto, senza reti. E’ dolore, incertezza, rabbia e pace.
E forse, chi è riuscita a farlo quel salto senza reti e senza meriti propri, se non un sogno grande, ha il dovere di raccontare.
Scrivere un libro è esporsi alla violazione degli altri è rendere adulti una parte di se e lasciarla andare al mondo, farla vivere di vita propria. Proprio come si farebbe con un figlio.
“Lettera a un bambino che è nato. Storia di una procreazione medicalmente assistita” è la parte migliore di me.
Perché è mio figlio.
Lo dedico a tutte voi, a chi cerca ancora, a chi ha cercato e a chi ha trovato.
Da mercoledì non sarà più solo mio.

giovedì 17 gennaio 2013

MyHappyFarm



Mio figlio di appena ventuno mesi è convinto che tutto sia touch screen. Televisore, telefono, computer, lavatrice e lavastoviglie. Va lì e tocca lievemente, pensando di cambiare l’immagine o il video. Magari si potesse fare anche nella vita. Un tocco e via, nuova pagina, nuova vita.
 Chissà.
E’ incredibile vedere come questa generazione abbia una facilità innata a usare la tecnologia. Come se l’avesse sempre avuta sotto le dita, sotto le mani. 
Lui fa con estrema naturalezza cose che io non riesco a neanche a capire al volo.
 E’ proprio vero che i bambini di oggi hanno stimoli e input che li fanno già sembrare molto più grandi della loro reale età. 
Così, quando sono stata contattata da un’azienda, l’App.etneos, che produce applicazioni per iPhone e iPad adatte ai bambini, proponendomi una collaborazione, sono stata molto felice di accettare.
Sapete come la penso sull’importanza della lettura (ricordate il post incrociato con la mia amica Romina Tamerici, perché leggere a un bambino di pochi mesi http://mammamimmononsolo.blogspot.it/2012/06/perche-leggere-un-bambino-di-sei-mesi.html), sul dovere di un genitore di trasmettere la curiosità per le idee, per le cose, su come sia importante la scoperta per un bambino.
Adoro pensare che mio figlio abbia libri di carta, che possa rendere infinite le cose finite.
“Come tutte le cose del mondo, le fiabe si possono contare: non sono infinite.
Quando però non si contano, ma si raccontano, perdono i confini, passano dalla voce all’ascolto, al ricordo, all’immaginazione, ad altre storie, ad altre voci.
Quando le fiabe si raccontano, diventano infinite.”
Eppure, i libri non sono più solo di carta, cambiano, diventano digitali, interattivi, moderni. Quello che non cambia è invece l’immaginazione e ben venga ogni forma di educazione che stimola la nascita delle idee.
Per questo motivo voglio parlarvi di MyHappyfarm.
Myhappyfarm è appunto, un prodotto educativo dell’app.etneos,app.etneos.com che sfrutta i nuovi mezzi di comunicazione, divertendo e insegnando allo stesso tempo.
E’ un libro interattivo, una storia che si svolge all’interno di una fattoria. 
Si collabora con un energico contadino dalla faccia buffa e allegra nei suoi lavori di routine. S’interagisce con galline, mucche, cani, gatti. Si raccolgono uova, si mungono mucche, si raccolgono frutti.
E’ delizioso vedere mio figlio che , tramite un touch, riproduce suoni, versi e compie piccole animazioni. Lui ne è letteralmente rapito. Un conto è sfogliare libri, sentire i suoni dei versi degli animali, toccarne il pelo, un altro è diventare protagonista e far parte della storia rappresentata.
Daniele ne è entusiasta.
Ci sono diversi livelli di difficoltà, quindi diversi giochi adatti a una fascia di età compresa tra i due anni e i sei.
Queste sono solo alcune delle caratteristiche di Myhappyfarm:
Si sfogliano le pagine come un libro, si legge e si ascolta, si scoprono i versi degli animali, si aiuta il contadino a svolgere alcune importanti attività, dando importanza al senso di responsabilità, fino ad arrivare a realizzare puzzle e a usare le proprie fotografie.
Può essere scaricata su  iPad, iPhone e iPod.
Dietro questo prodotto c’è serietà, impegno e amore per i bambini.
Non ne elencherei i pregi se non ci credessi.
Spero solo non diventare Myhappyfamily dipendente come mi successe con il gioco della fattoria su Fb.
Qualcuno penserà: Braccia tolte all’agricoltura!


mercoledì 16 gennaio 2013

Oh, oh.

Non si sa se sia pioggia o neve quella che, fuori scende, non si sa se sia ansia e trepidazione quella che, dentro sale.
A volte vorrei tornare nel mio guscio.
Ma ho rotto l'uovo e sono in ballo.
Spero solo di non fare la fine del pulcino pio.
Oh, oh.
Lunedì vi dirò.....

lunedì 14 gennaio 2013

Gente strana

E’ bello avere un iPad mini nuovo di zecca. E’ bello che te lo regali tuo marito.

E’ meno bello, però, quando lui, contrario alla tua scelta di diventare vegetariana, ti invia una mail dall’altra stanza della casa con allegata l’immagine di una mucca che fa la cacca su di un prato con su scritto: A tutti i vegetariani -  la mia cena sta facendo la cacca sulla tua.
Questo siamo.

Gente strana.

giovedì 10 gennaio 2013

Fun cool: il racconto in una frase

Mi piacciono tanto le persone che sanno salvare parole imprigionate dentro libri e liberarle dai viluppi delle trame e dargli vita propria.

Vi presento Gelostellato, blogger mangia libri e da quel poco che conosco ironico e sagace.

Questa è una sua iniziativa :

Troppo divertente.

mercoledì 9 gennaio 2013

Costruire

Chiudi gli occhi
immagina una gioia
molto probabilmente
penseresti a una partenza

ah si vivesse solo di inizi
di eccitazioni da prima volta
quando tutto ti sorprende e
nulla ti appartiene ancora

penseresti all'odore di un libro nuovo
a quello di vernice fresca
a un regalo da scartare
al giorno prima della festa

al 21 marzo al primo abbraccio
a una matita intera la primavera
alla paura del debutto
al tremore dell'esordio
ma tra la partenza e il traguardo

nel mezzo c'è tutto il resto
e tutto il resto è giorno dopo giorno
e giorno dopo giorno è
silenziosamente costruire
e costruire è potere e sapere
rinunciare alla perfezione

ma il finale è di certo più teatrale
così di ogni storia ricordi solo
la sua conclusione

così come l'ultimo bicchiere l'ultima visione
un tramonto solitario l'inchino e poi il sipario
tra l'attesa e il suo compimento
tra il primo tema e il testamento

nel mezzo c'è tutto il resto
e tutto il resto è giorno dopo giorno
e giorno dopo giorno è
silenziosamente costruire
e costruire è sapere e potere
rinunciare alla perfezione

ti stringo le mani
rimani qui
cadrà la neve
a breve


Niccolò Fabi

lunedì 7 gennaio 2013

L'impegno di amare

 
Sono stati giorni densi.

Malgrado il silenzio, vi ho seguito letto, immaginato.

Ho vestito pianti e mandato auguri, stretto cuori e augurato inizi nuovi.

Le emozioni forti denudano come le tempeste e bagnano. E ho dovuto far posto tra le ortiche per far rinascere fiori da una terra bagnata.

Sono rimasta zitta e buona sotto un tavolo da bigliardino perché gli altri non scovassero il nostro nascondiglio e la notte di Natale con il cuore in gola, abbiamo atteso con trepidazione e incanto che l’uomo grasso dal vestito rosso lasciasse i doni per l’uomo piccolo.

Se fosse stato per me, avrei spento le luci e spento il mondo.  Lo avrei accostato a un angolo come un vecchio mappamondo, chiuso le finestre per fermare la vita all’interno. Mi sarei rannicchiata sotto il bigliardino e insieme sarei potuta rimanere così mesi interi. Forse anche anni. Avrebbero potuto ritrovarci così tra cento, mille ere. Senza contorni, indefiniti, ingialliti dal tempo ma perenni alle stagioni e al susseguirsi di altre notti di Natale.

Tracce di amore. Fermo e immobile, eppure fluido come l’acqua che si rinnova.

Ho insegnato nuove parole e ascoltato vecchie promesse, mescolato le carte di un anno nuovo di zecca e lasciato andare cose che torneranno indietro, diverse.

Bevuto bicchieri di sabbia e pioggia e giocato, giocato. Costruito torri di lego e distrutto torri di lego.

E con i sacchi di cemento sulle spalle e i pezzi di lego nelle mani costruito l’immagine di noi, mescolando fatica e gioia.

Innamorarsi è come rispondere a un’immagine improvvisa. Come quando studi e hai un’intuizione illuminante che sembra darti la visione del libro intero. E’ la visione perfetta di come dovrebbe andare la tua vita. Non con tutte le persone che incontriamo, siamo capaci di vedere quell’immagine, non tutte sono in grado di svelarcela. Solo alcune e solo Dio sa il perché.
E allora cominci, amando, a costruire quell’immagine. Giorno dopo giorno.
 
Spesso, nell’intuizione del tuo progetto, vedi anche un bambino.

 E’ bellissima l’idea che hai di lui, bellissimo lo schizzo. Forse è la parte più divertente dell’immagine intera e la più dolorosa quando svanisce.

Ho ringraziato infinite volte perché la tua immagine è la mia realtà, segnato con la matita tacche sul muro che indicano centimetri conquistati e mangiato più di quanto, il mio corpo desiderasse.

E riso e pianto e disfatto un albero enorme decorato a mano.

Piccoli capolavori che vengono da mani fragili e forti.

Non ho propositi, non ho intenzioni, ne giuramenti con croci sul cuore per questo 2013.

Solo l’impegno di amare. Senza garanzie ed assicurazioni.